BARBIERI OSVALDO (BOT)

NOTE BIOGRAFICHE

Nato a Piacenza nel 1895, vi morì nel 1958, dopo più di trent’anni di attività. Come pittore futurista della seconda ondata, legato all’ambiente milanese, nel decennio 1928-1938 fu protagonista di formidabili polemiche che, insieme alla presenza a Piacenza di Mario Cavaglieri (1921-1925), contribuirono a svecchiare l’ambiente, condizionato dall’ascendente del quale godevano gli epigoni della pittura di tradizione, Francesco Ghittoni e Pacifico Sidoli. Bot, nome di battaglia (Barbieri Osvaldo Terribile), inventato ancora prima dell’adesione al movimento futurista, non aveva avuto maestri, anche se egli amava precisare d’aver frequentato l’Accademia di Genova. Innumerevoli le personali di Bot, consacrate dalle Biennali di Venezia del 1930 e del 1932, dalle Quadriennali romane e dalle mostre futuriste di Milano e di Roma, comprese quelle dell’aeropittura. Nel gusto di Lorenzo Viani eseguì numerose xilografie o sfumografie, che raccolse in cartelle, secondo i soggetti (genere realistico, parodistico, grottesco, africano, quando visse per un paio d’anni in Libia, ospite di Italo Balbo). Tutta la sua vita fu un esperimento, con risultati disuguali. Forse i migliori li ottenne quando si trovò di fronte al vero, quando lo affrontò con umiltà. Con genialità e gusto si dedicò anche alla scultura, in particolare alla ferroplastica. Alcuni suoi dipinti sono conservati nella Galleria Ricci Oddi di Piacenza

Opere disponibili:

Interno 1952

olio su linoleum, cm.39x25 opera incisa da L.Spazzali e dipinta da Bot