Diciottenne s’iscrisse alla scuola di figura, al Gazzola, allievo di Umberto Concerti. Studiò poi a Brera (due anni) con Pompeo Borra e all’Accademia di Venezia (due anni) con Bruno Saetti, «i più belli della sua vita», questi ultimi, come li ricorda Braglieri in una nota autobiografica del 1982. Ritornato a Piacenza (1961) non si mosse più. Negli anni del Vietnam nasce il ciclo dei «superstiti», seguito da quelli dei «bucrani», delle «mantidi» e degli «insetti in amore». E’ il 1979 l’anno dell’«Aminta», un ciclo che gli fu particolarmente caro, anche perchè s’aprì verso il ricupero attuale del mito classico, in un ciclo di gloria che sembra fargli dimenticare gli anni neri dei «superstiti». Braghieri è anche incisore all’acquaforte. Ha tenuto personali, oltre che a Piacenza, a Milano, a Venezia, a Parigi, a Reggio Emilia, a Cremona, a Napoli, a Crema, a Torino.