Tano Festa nasce a Roma nel 1938. Diplomato nel 1957 ai corsi di fotografia artistica dell’Istituto d’arte di Roma, partecipa alla rassegna di gruppo introdotta da Pierre Restany ‘5 pittori – Roma 60’ con Angeli, Lo Savio, Schifano, Uncini alla galleria La Salita dove allestisce anche una personale presentata da Cesare Vivaldi. Le sue opere denotano influssi dal Surrealismo europeo di Matta e dagli americani Rothko e Gorky. Presenta ampi lavori geometrici monocromi in nero e rosso, realizzati a riquadri ritmati da listelli di legno, in ambito neo dada. Vince i premi per giovani artisti della Galleria d’arte moderna di Roma. Partecipa al Premio Lissone 1961, alla rassegna bolognese ‘Nuove prospettive della pittura italiana’ a Palazzo di Re Enzo e alla mostra curata da Restany ‘New Realists’ alla galleria Sydney Janis di New York nel 1962. Nel ’63 espone alla Biennale di San Marino, alla Tartaruga nella collettiva ’13 artisti a Roma’. In una personale presentata da G.de Marchis nella stessa sede espone oggetti di legno (porte, finestre, armadi, specchiere, obelischi) colorati a smalto. Negli stessi primi anni ’60 interviene col colore su fotografie di opere famose o ridipinge a smalto immagini proiettate sulle tele: si citano ‘I coniugi Arnolfini’, la ‘Grande Odalisca’ la testa di ‘Dafne’ del Canova e le citazioni di frammenti dal Michelangelo della Cappella Sistina. Esse rivivono, sovente iterate, in una nuova spaesante dimensione di clima vagamente surreale, ma con immediata suggestione di lettura. Alcune si sono ormai mutate in immagini pubblicitarie largamente note. Lorenza Trucchi nel 1965 inserisce Festa nella ‘Scuola di Piazza del Popolo’ con Angeli, Schifano, Baruchello, Fioroni e Del Pezzo. A New York inizia il lavoro sui ‘Cieli’, ciclo condotto a termine in Italia e presentato a Milano da Schwarz nella mostra ‘Il Planetario’ nel 1966. Nel 1967 Festa espone ad ‘Arte in Italia 1960-77’ a Torino. Inserisce nuovamente icone famose prelevate dalla storia dell’arte in riquadri geometrici o maschere di colore piatto, senza alcuna componente ironica. Espone alle Biennali di Venezia del 1964, 1978, 1980, 1984; alle Quadriennali romane del 1965, 1972, 1982. Presenzia a ‘Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70’ al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1970. Degli anni ’80 la serie ‘Coriandoli’. Muore a Roma nel 1988.